venerdì 23 febbraio 2018

Vestibilità dell’amore e dei jeans. Teorema sulla giusta taglia. O se preferisci, quando trovi il jeans giusto, compralo e non lasciarlo più .

C’è un momento, in tutte le relazioni post 30, che definire di grande imbarazzo, è dire poco.
Lo hai conosciuto per caso, lui ti piace e per piacere intendo che sembra avere una vita adulta regolare. Uno che puoi infilare nella categoria: inquilino autonomo in affitto, con lavoro semi stabile (almeno non sogna più di fare il calciatore), fa ancora sport però, perché, come te, ha chiaro che la bellezza del ciuco ha imboccato il viale del tramonto; può permettersi di offrirti una pizza perché, se è vero che sei una donna moderna che crede nella parità dei sessi senza nemmeno avere bisogno di dirlo, è pur vero che una pizza offerta è il minimo sindacale richiesto e, soprattutto, lui non sembra un impegno-fobico. Ora sia ben chiaro, tu non lo sai ancora, ma è altamente probabile che, invece, lo sia un impegno-fobico della peggior specie e, alla fine della fiera, proverà anche a farti sentire una donnetta oppressiva e insicura.
Dunque, tu e il maschio in questione, uscite da un paio di mesi e il momento che entrambi temevate, è arrivato. Quel sentore sbiadito dapprima, più forte ad ogni bacio, che all’improvviso rotolerà fuori dalla tua lingua in una frase di questo genere: “ma io e te, cosa siamo”? Oppure, “Dove stiamo andando”?
Non importa quanto tu non voglia essere quella che fa la domanda, alla fine la farai, perché, nella stragrande maggioranza dei casi, a noi donne tocca lo scotto biologico dell’essere più mature.
Hai superato da un pezzo i 30, gli anni dei sabato sera inconcludenti e leggeri come l’elio, sono stati spazzati via dalle troppe visioni di Bridget Jones e Sex and the City, con l’unica, piccolissima differenza che tu, non hai Mr Darcy o Mr Big a farti compagnia, vero? Forse eri una che trascorreva le quarantotto ore del week end in discoteca senza mai tornare a casa fino alla domenica mattina dopo l’immancabile cornetto all’alba; probabilmente eri una da pub e musica dal vivo sotto fiumi di birra alla spina a fare da groupie al chitarrista di turno, bello, dannato e convinto di essere il Kurt Cobain del nuovo millennio, tranne poi essere una bruttissima copia di una sottospecie di rock star dell’interland della Seattle anni ’90 e noi siamo nel primo ventennio dei 2000, o forse, eri una da Cosmo con le amiche e sesso tantrico con il bello della palestra, cervello grande quanto una nocciolina e una tavola da surf al posto degli addominali. Chiunque tu sia stata, quello è il passato ragazza! Non hai più 20 anni, ma nemmeno 25 purtroppo e neppure 30, ne hai quasi 40 e, semplicemente, non ti va più di iniziare qualcosa che già sai non porterà a nulla e, sebbene, tu non abbia la minima idea di dove diamine tu stia andando, quello che sai con assoluta certezza, è dove non vuoi andare a finire, nel giro dei whatsapp settimanali del maschio in questione. Ed è proprio per questo che ti usi violenza ora e gli chiedi: “Che direzione sta prendendo questa cosa tra di noi”?
Ora, il volto del maschio alfa starà passando in rassegna ogni gradazione di rosso esistente in natura, anzi, in alcuni, nemmeno troppo rari casi, sembra che sul volto del malcapitato si palesi una tela del grande Pollock; lo sguardo a cercare la via di fuga più vicina, puoi facilmente dedurre, dalla velocità dei suoi pensieri quasi palpabili, che sta velocemente calcolando i risparmi del suo conto in banca, per acquistare un biglietto di sola andata per lo Yemen, ma tu, un po’ per buona educazione ché ti hanno insegnato che non si interrompe il flusso di coscienza di nessuno, neppure di un primate come quello che hai di fronte, un po’ per banale curiosità, perché vuoi vedere dove andrà a parare e un po’, perché se stronzo deve essere, non sarai di certo tu, a rendergli il lavoro sporco più semplice e meno imbarazzante, lo lasci annaspare.
“Tesoro, sei una ragazza straordinaria…” che di solito è l’incipit del più celebre “non sono alla ricerca di una storia seria al momento” o, del sempreverde “il problema non sei tu, sono io”.
Amica, guardiamoci negli occhi con sincerità. La verità, è che non gli piaci abbastanza. Non farlo, non lasciarti alla disperazione. Lo so, la tentazione è forte. Lui è bello, ti piace tanto e il cliché dell’amore impossibile che solo tu puoi salvare, bussa di nuovo forte alla tua porta. Non aprire quella porta! È un horror mediocre che già conosci a memoria. Sbattigliela forte sul muso quella maledetta porta. Tu vali più di questi patetici siparietti, devi solo scoprirlo. Ho due notizie per te. Una buona e una cattiva. La buona è che hai coraggio a sufficienza per affrontare il viaggio, la cattiva, è che sarà il viaggio più estenuante di tutta la tua intera esistenza, più stancante del partorire e crescere un figlio. La strada della consapevolezza di sé è lunga, tortuosa, complessa e infinitamente variabile e, soprattutto, dolorosa. È come entrare in una casa degli specchi di indefinite dimensioni. Ad ogni incontro la tua immagine si deforma, si accorcia fino al paradosso, facendoti sembrare nulla più di un nano da circo, altre volte si allunga a dismisura facendoti compiacere fin troppo del riverbero della tua immagine, ma alla fine della casa, sarai dall’altra parte di te stessa e ne sarà valsa la pena. O almeno, così dicono, io sono nel bel mezzo del mio viaggio ed è un cazzo di casino, credetemi. Non mi allungo di un centimetro, eppure, faccio stretching a vagonate. Ma mi sono accartocciata troppo in passato e ora, è dura, mantenere la posizione eretta. Quanto è facile scegliere un amore non corrisposto? Un amore che ti faccia soffrire, che ti faccia dire lui non mi ama con relativo interrogatorio in loop nel cervello “perché non mi ama? Cosa ho che non va”? Credimi, è un vecchio, vecchissimo meccanismo di protezione. Più non ti ama, più ti condanni alla sofferenza e più ti regali alla sofferenza, più te ne resti in disparte e ti guardi bene dal metterti in gioco e te ne resti appallottolata come un cazzo di armadillo nel tuo dolore, un divano, l’immancabile coperta e un kg di gelato che poi tra un mese rimpiangerai e un film strappalacrime. Ora, anche se la mia versione del dolore contempla un litro di vino rosso, patatine e Tarantino, io ti capisco benissimo. La felicità è faticosa. Richiede una presa di posizione, richiede costanza, pazienza, una buona dose di tolleranza e un continuo lavorio di introspezione. Nono so te, ma io sono già stanca al solo pensiero. Non parlo di queste robe New Age. Avrò provato duecento corsi di Yoga, solo che mi rivedo di più nel connubio Namasté e Vaffanculo. Ecco, mi sa che dello Yoga, non ho colto qualcosina, per dire.
Dall’altro lato, invece, un amore corrisposto mette in circolo tutta una serie di energie super potenti che rischiano di darti alla testa. È tutto un continuo confrontarsi. Non sei più un’isola. Sei un piccolo arcipelago. Ed è stressante. Devi continuamente esplorare lati di te che non sapevi neppure esistessero e, non sempre ti piacciono. Quasi mai, ammettiamolo. Devi farti un milione di domande, trovare risposte e non si accettano rinvii a giudizio. E scoprire, per esempio, che pensavi di baciare abbastanza il tuo uomo per poi scoprire che no, non lo fai e allora è tutto un perché? Perché non lo baci come vuole lui? Perché non lo ami? Perché non ti piace? E ti troverai a voler scappare e dirai cose insensate tipo, vado a spegnere il forno, per trovare il silenzio necessario a levarti dall’imbarazzo di una discussione che, in primo luogo, non credevi nemmeno necessaria, ma lui spingerà e spingerà fino a quando non avrà la sua risposta e tu farai lo stesso con lui. E, alla fine, è solo che sei fatta di merda e sei scostante. Pensavi di sapere tutto di te e ora scopri che sei scostante e che quando dormi non ti devono toccare. Capisci che intendo? Il vero amore si interroga ed è un cazzo di casino!
Scegliere un amore minato alla base, uno di quelli in cui è chiaro come il sole che non andrete lontano perché sei sempre sulla tua isola e lui sulla sua, significa dire: “aspetto un altro giro di giostra prima di provare ad essere felice”. E non è che non vada bene. Non credo che si sia completi solo in una situazione di coppia, al contrario, credo che non puoi stare in coppia se non sei completa come essere umano, ma credo anche, che ci si conosce per analogie e differenze e farlo con chi ti ama e ti sprona a guardarti con i suoi occhi sia doloroso, ma liberatorio.
Quando mi dicevano che l’amore non è la battaglia emotiva che credevo necessaria alla vita,
non ci credevo. Ho sempre pensato che amore fosse sinonimo di follia, guerra, cecità e tempesta. Mi sbagliavo a metà. Quello è il modo che una combattente come me conosce per farsi largo nel mondo, da sola. È il modo di amare che si impara quando non si è mai stati amati, o meglio, quando abbiamo sentito che la nostra essenza sfuggiva all’oggetto del nostro amore. Quel modo fatto di cieca ostinazione e autodeterminazione. Lo vedi il denominatore comune di egocentrismo ed egoismo?
Poi lungo il cammino, rischi di scoprire che, invece, l’amore dovrebbe essere l’opposto e può esserlo. Porsi cioè, in una condizione di ascolto di sé, dell’altro e del mondo, in un processo sopraffino di osmosi.
Non c’è un granché di scelta in amore. Ti deve stare da Dio. È uno di quei casi in cui sei di fronte al dubbio amletico “quel jeans lo compro, sì o no”? Si allargherà, o in altri casi, si restringerà? Il punto è che l’amore è quel paio di jeans perfetti che tutte sogniamo di comprare. Quello che finalmente ti farà il culo cosmico che ti meriti e buonanotte, JLO!
L’uomo giusto lo senti. È vero. Ti calza a pennello, come un cazzo di guanto. E il segreto è tutto lì. Quando senti che il tuo corpo si incastra a perfezione con il suo. Quando non riesci a pensare a un sabato sera migliore di quello trascorso con lui a fare anche nulla. Quando i sorrisi sono tutti belli, ma il suo è l’unico che ti accende.
Quello giusto è un continuo volersi togliersi le scarpe per entrare in casa, insieme.
Quello giusto è mani che si cercano, bocche che si riempiono di baci, parole e progetti.
Quello giusto è il primo che sceglieresti in squadra, ogni volta.
Quello giusto è quello che ribalta l’idea che avevi di te; che ti fa essere una nuova e migliore versione di te. Una te 2.0.
Ed è vero, non è facile. È difficile, profondo, destabilizzante e richiede la capacità di concentrazione e di pace interiore di un monaco buddista alla ricerca del nirvana. Ma la corsa è pazzesca, di quando in quando, capita che vi fermiate a godere il panorama e allora capisci che le relazioni d’amore, in fondo, sono questo, essere lì per l’altro, stringergli la mano e guardare insieme nella stessa direzione. Possibilmente, con una sua mano sul tuo culo e l’altra a coprirti la schiena.

Quindi, tutto questo lungo post per dire cosa, cara Michela?
Che se il tuo “jeans“ non ti fascia il culo come vuoi tu, amica lascialo andare. Non hai davvero più tempo per questo.
Deve calzarti a pennello. Deve essere il jeans che non butterai mai più. Non importa quanto ingrasserai o quanto dimagrirai. Quello, sarà il jeans nel quale vorrai rientrare per il resto dei tuoi giorni.
O così, o passa ai jeggins!

1 commento:

  1. Non credo mai che ci sarà mai una soluzione al mio problema relazionale con il mio amante. il mio amante chiamato Randy West mi ha buttato fuori da casa sua e ha portato un'altra signora che ora sente l'unico migliore per lui. fino a quando un giorno ricevo una telefonata da un amico della città che il mio uomo esce per un appuntamento con un'altra donna in città, le ho detto che anch'io sono sorpresa, perché da quando Randy West mi ha lasciato a sentire non penso e non chiamano me. così dopo alcuni giorni la mia amica chiamata Alice mi ha chiamato e mi ha detto che ha trovato un uomo molto potente, ed è un grande erborista africano, davvero tutti sappiamo che gli africani sono benedetti con così tanti poteri a base di erbe che usano per aiutare molte persone, così mi ha detto che il nome dell'uomo è Dr Wealthy che inoltrerà il suo indirizzo e-mail per contattarmi, così davvero mi ha mandato l'indirizzo email di Wealthy e l'ho contattato quel giorno fedele . mi ha spedito dopo un po 'che il mio uomo tornerà da me se solo credo nel suo lavoro, così dopo 48 ore ricevo una telefonata da Randy West, e ha iniziato a chiedere l'elemosina che avrei dovuto perdonarlo contro tutto ciò che aveva fatto per io ... mi ha implorato di spezzarmi il cuore e lasciare che l'altra donna avesse un cuore nuovo. mi promette di non lasciarmi mai andare. ora io e Randy West stiamo pianificando di sposarci il prima possibile. siamo portati indietro con il grande incantesimo d'amore potente e accecato dall'incantesimo Dottor Wealthy, siamo felici e contenti. contatta Dr Wealthy su questo indirizzo di posta elettronica wealthylovespell@gmail.com puoi anche contattarlo tramite whatsapp su +2348105150446 per la soluzione a qualsiasi tipo di problema tu abbia.

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