mercoledì 21 marzo 2018

L'amicizia dopo i 30. Pensavo fosse vero e invece...

Questa storia comincia così:

“Alcune persone si rifugiano in chiesa; altre nella poesia; io nei miei amici”

Questa frase è stata attribuita a Virginia Woolf, dico attribuita perché, chiunque conosca questa straordinaria autrice, saprà di lei due cose:
1) Si rifugiava nella scrittura prima che negli amici, ma è anche vero che, si veda il punto 2
2) Era un po’ matta. Tipo che a volte, sentiva gli uccelli parlare in greco antico sui rami degli alberi della sua casa di campagna. Suonata. Quel tipo di matta, insomma.
Quindi, quando si tratta della mia adorata, è vero tutto e il suo contrario. È vero, infatti, che non era la misantropa che i libri di letteratura inglese del liceo vogliono raccontarci. Al contrario, era una donna piena di vita come emerge dai suoi diari. Aveva la risata fragorosa e contagiosa con la battuta sempre pronta. Ma Virginia Woolf, amava troppo l’umanità, e quest’ultima, in cambio, non amava abbastanza lei. Questa fu la sua più grande fragilità. Questo la uccise. Non la sua malattia mentale. La normalità d’altronde, si sa, è sopravvalutata. Ama come amava lei e scoprirai quanto è difficile stare al mondo e quanto è semplice frangere il tuo cuore milioni di volte nell’arco di una sola vita.
Chi conosce me, invece, vi dirà sul mio conto almeno due cose che sono universalmente riconosciute:
1) Io venero Virginia Woolf a livelli oserei dire patologici, tanto da dedicarle la vita di mia figlia che di lei reca il nome e, spero, la stessa scintilla vitale e creativa.
2) Non sento gli uccellini cantare in greco antico, al massimo aspirano un’acca, ma sono matta quanto lei e sento l’umanità con la sua medesima intensità.
Come Virginia, ho sempre ritrovato me stessa nella scrittura, la sola che non mi abbia mai abbandonata e cerco rifugio nelle amiche, o sedicenti tali. Be’ queste, a differenza della penna, mi hanno abbandonata più volte di quanto mi faccia piacere ammettere. Allora, mi sono seduta a pensare: vuoi vedere che me lo merito? E, in effetti, questo post non è su Virginia Woolf, sebbene, sarebbe di certo più costruttivo e interessante parlare di lei. No, questo post è sulle amiche dopo i trenta. È per quelle come me che ci sperano sempre ed è per dire loro: non è solo l’amore ad ingannare, a volte anche l’amicizia, credevi fosse amica e invece era una stronza! Quindi bimba, sei fai parte del club “amore, pace ed empatia” come me, fai pace col fatto che se non hai modo di proteggere il cuore con impalcature a prova di tentativo di suicidio dall’ultimo piano, ti toccherà soffrire per un’amica che ti spezzerà il cuore in mille pezzi e tu desidererai vendetta dapprima, dirgliene quattro poi, dimostrarle che chi perde il tesoro è lei, ma poi, alla fine, raggiungerai la consapevolezza che, la vita è fatta così, si dona sempre più di quanto si riceva. Ci sono amicizie che quando finiscono non lasciano traccia emotiva in te e tu stessa realizzi di aver investito poco in quel rapporto, altre volte fa malissimo e sapere perché quel rapporto sia finito è fondamentale per voltare pagina. Come quando finisce un amore, devi vivere il lutto.

Al liceo avevo stretto amicizia con una ragazza che era in poche parole, il prolungamento di me stessa. Il suo nome era Serena, ma il suo, non era un caso di nomen omen. La vita, l’aveva fatta ribelle e a me tanto bastava per amarla. Abbiamo condiviso speranze, sogni e poesie. Poesie come se piovessero. Ci siamo nutrite l’una l’altra di parole e musica in interminabili lettere di amore (le ho conservate tutte) e musica con musicassette studiate e registrate sull’anatomia delle nostre emozioni. Il mondo nasceva e moriva nelle nostre giornate piene di filosofia spicciola che profumava di gioventù e rock and roll. Poi è la vita è accaduta, il mio primo vero amore, la morte di sua madre che ha inchiodato il suo animo leggero al terreno e la mia nota paura di impegni relazionali che possono portare all’abbandono. Ho sbagliato molto con lei. Non ho retto il peso della straordinarietà che lei credeva di vedere e, l’asso tarocco che vive latente in me, è venuto fuori. Per un po’ ha cercato di comprendermi, poi ha smesso, a giusta ragione, ché la vita la chiamava a ben più urgenti questioni. Io l’ho presa e l’ho chiusa nel cassetto a lei dedicato nel mio cuore con l’etichetta: “SERENA, UN VADEMECUM DI COSE DA NON FARE QUANDO INCONTRI UN’AMICA: MAI LASCIARLA SOLA QUANDO HA BISOGNO DI TE”. E, in effetti, non l’ho mai più fatto. Ho così tanto odiato me stessa e ho provato così tanta vergogna di me che mi sono sempre guardata bene dal farlo nuovamente. Nel corso della mia vita, da allora, ho abbandonato a più riprese: studi, libri in lettura, libri in stesura, il basso elettrico, svariati uomini di cui uno mentre ero ancora follemente innamorata, un marito, progetti di vita, parti di famiglia, una casa, due iguane, ma mai più un’amica ed è solo merito di Serena P.
Oggi io e Serena, siamo nuovamente in contatto. La nostra è una nuova amicizia. Entrambe mamme, entrambe lavoriamo e a giugno ci incontreremo dopo tanti anni, a Firenze, al concerto dei Foo Fighters, musica eravamo e musica ritorniamo ad essere. Tutto è bene quel che finisce bene.

Da allora però, il mio Karma delle amicizie si è guastato. Qualcosa è andato storto. Ma sono anche stata fortunata, a dirla tutta, in quegli stessi anni, ho avuto la più grande fortuna della mia vita. Ho scoperto che la mia persona, quella che pensi solo Meredith e Cristina si amano così, io in realtà ce l’avevo sotto il naso, solo che ero troppo impegnata ad atteggiarmi a bad girl per riconoscerla.
Claudia è entrata nella mia vita col sorriso, portando solo e sempre gioia sconfinata, amore incondizionato, speranza nella vita, comprensione, telepatia, accettazione di me, brividi e, da allora in poi non è mai più uscita. La mia persona dal lontano anno duemila. Diciotto anni di amore puro. La relazione più lunga della mia esistenza. E pensate, è venuto fuori che, in realtà, siamo più unite noi di Meredith e Cristina, ché loro tra le gravidanze, l’adozione e la vedovanza della prima e la carriera in Svizzera dell’altra, si sono perse. Noi due, invece, anche a circa tremila chilometri di distanza siamo e per sempre saremo, noi. Tante persone sono entrate nella nostra vita in diciotto anni. Due mariti, uno è rimasto, l’altro no. Due figli che si amano quanto le loro mamme e che noi amiamo come avessimo ciascuna di noi, due figli. Quattro cani, si veda i figli e tanti amici. Alcuni sono rimasti, altri sono andati, ma nessuno ha mai potuto sedere al centro dei nostri cuori perché quei posti sono stati assegnati venti anni fa. Da questa amicizia, ma in verità, da lei come essere umano, imparo ogni giorno cosa significhino parole come: determinazione, volontà, sobrietà, classe, semplicità, fedeltà, lealtà, amore, sopravvivenza e onestà intellettuale. Claudia, rende il mondo un posto più pulito e me una persona migliore. Sempre e per sempre, bimba.

Poi, ci sono le amicizie della maggiore età. Su queste, il sunto è presto fatto. Le amiche dell’età adulta si dividono in due macro categorie. Le ride or die quelle con le quali ti butteresti col paracadute, per intenderci e le stronze approfittatrici. Che poi le due macro categorie producono anche una serie di sottocategorie, come ad esempio le amiche che prima ti convincono a saltare e poi ti rubano il paracadute, e allora, scopri che sono stronze e che tu non sei la loro Thelma. Alla fine meglio dividerle alla vecchia maniera, dopo averle conosciute, tra buone amiche e conoscenti. Le amiche della maggiore età, dovrebbero altresì essere definite per definizione, amiche della ragione. Ma se devo dirla tutta, io, per esempio, se penso a Cecilia, immagino una scena di follia ad ogni costo, notte fonda io e lei ubriache come due bisce nei peggiori bar di Caracas con l’elevata possibilità di tornare a casa senza un rene venduto a un trafficante di organi per pagarci due tatuaggi e il taxi fino all’aeroporto. Ecco, lei è quel tipo di amica, che poi, a titolo informativo, è la madre della migliore amica di mia figlia Virginia, roba che al parco mandano gli assistenti sociali a spiarci, per dire.

Tra queste dell’età adulta poi, ci sono quelle con le quali hai condiviso il momento peggiore della tua esistenza; quando eri così grassa da non poterti, letteralmente, abbassare sulle tue stesse gambe perché, a causa della ritenzione idrica, rischiavi un misto tra implosione ed esplosione ad ogni movimento, o come amate dire voi durante la gravidanza. Sono le amiche del corso preparto. Con loro si instaura un mutuo tacito accordo secondo cui nessuna consentirà cotanta bruttura alle altre di nuovo. Nemmeno in caso di nuova gravidanza e, infatti, le mie due amiche, hanno avuto anche altre due nuove gravidanze, ma non sono lievitate mai più. Se lo chiedete a loro, vi risponderanno che hanno capito che saremmo diventate amiche, quando un giorno, sedute tutte in cerchio nelle nostre pance mongolfiera a passarci di mano in mano, un improbabile fantoccio neonato per apprendere tutti i segreti del cambio pannolino, io inorridii alla notizia che i neonati potevano defecare anche nel pieno della notte e tu, madre, eri anche tenuta ad alzarti e cambiarlo. In quel momento le ho guardate, ero disperata e loro hanno compreso che avevo bisogno di essere guidata. Non hanno più smesso. Il nostro rapporto, è cresciuto di pari passo ai nostri figli e a braccetto con le lezioni di genitorialità che la vita, ci impartiva. Ma la cosa straordinaria è che il nostro rapporto è uscito dall’edulcorato mondo pannolini e rigurgitini immediatamente ed è diventato un rapporto vero, concreto, scevro da tutte le balle che madri si raccontano ed è divenuto un rapporto di amicizia vera. Sono due donne, Cristina e Annarita, che io amo e ammiro in egual misura e se dovessi incontrale in qualunque parte del mondo e in qualunque fase della mia vita, mi riterrei sempre fortunate a poterle chiamare amiche. E poi gente, mi salvano il culo continuamente. Mi salvano da me stessa. E mi hanno trascinata in palestra. A me. Michela Pigra Belli. Se non è amicizia questa, non saprei. Sono le amiche che guardo dare sfogo alle loro isterie e capisco, matematicamente, perché mi sono amiche. Sono le amiche che il pettegolezzo ci sta tutto e se siete fuori a cena si va in tre al bagno. Sono le amiche del liceo, fuori tempo massimo dal liceo. Che loro lo sanno che frana sei, ma diamine, ti tendono una mano per non cadere. Quelle amiche che ti fanno rivalutare la vita e l’umanità e ti fanno desiderare di non essere l’asociale di sempre.

Quelle che il loro inchiostro è sul tuo corpo per sempre e con loro condividi il finale "E visse da sola felice e contenta e se ne sbatte per sempre le palle del Principe Azzuro, tanto lei ci aveva la progenie e i cani. Cani a gogo". Ti voglio bene, Carolina.

Poi ci sono le amiche sul lavoro, che ci devi trascorrere un botto di tempo insieme e senza sapere come e quando, scopri di conoscerle a menadito. Quando le incontri, non l’avresti mai detto, ma poi finisci per affidargli tua figlia, come è accaduto con la mia piccola Sofia. Che di piccolo ha solo un numero anagrafico, ma che è grande, in tutti i sensi: di testa e di cuore. Che la guardo negli occhietti vispi e profondi che si ritrova e vedo me alla sua età, identica spiccicata e vorrei solo abbracciarla e dirle forte: CORRI VIA, SCAPPA!

E, infine, ci sono, le narcisiste. Quelle che hanno la parola amicizia sulla bocca ben salda, ma che sul cuore trema un poco. Vero? Non è colpa loro, mai. Non è che non vogliono esserci, è solo che c’è sempre un loro dolore wertheriano di mezzo, un loro struggimento da dover superare, poi stai ben certa che verranno. Poi. Alla fine. Al netto del loro prezioso soffrire. Il tuo non conterà, mai. Fai pace con questa semplice verità e, allora, potrai esser loro amica. Imponi te stessa e la loro schiena è tutto ciò che vedrai. È una questione di priorità, le tue e le loro. Il fatto amica, è che tu non sarai mai e poi mai una loro priorità. Assumi questa consapevolezza, falla macerare nel tuo cuore ferito e vai avanti. Non c’è altra possibilità. Ti deluderanno sempre e, le deluderai sempre. Con loro, non sarai mai al sicuro e la sensazione di abbandono che conosci fin troppo bene, quella stessa sensazione di non essere abbastanza per far sì che si resti al tuo fianco, continuerà a strisciarti dentro e ti impedirà di essere te stessa fino in fondo perché continuerai a pensare: “posso dirlo o faccio succedere un’altra tragedia”? E tu non sei davvero più il tipo di persona da sturm und drang. Tu sei un due, così ti hanno detto e sei una cazzo di regina, la gente deve voler restare. Sempre. Ad ogni costo. Se non è così tu amica, vai avanti.

Allora, quando incontri un’amica di questo tipo, tu pensa solo a questo, che se ne hai anche solo una di amica, non hai bisogno di altro perché:

"Per raro che sia il vero amore, è meno raro della vera amicizia". Francois de la Rochefoucauld

1 commento:

  1. Non credo mai che ci sarà mai una soluzione al mio problema relazionale con il mio amante. il mio amante chiamato Randy West mi ha buttato fuori da casa sua e ha portato un'altra signora che ora sente l'unico migliore per lui. fino a quando un giorno ricevo una telefonata da un amico della città che il mio uomo esce per un appuntamento con un'altra donna in città, le ho detto che anch'io sono sorpresa, perché da quando Randy West mi ha lasciato a sentire non penso e non chiamano me. così dopo alcuni giorni la mia amica chiamata Alice mi ha chiamato e mi ha detto che ha trovato un uomo molto potente, ed è un grande erborista africano, davvero tutti sappiamo che gli africani sono benedetti con così tanti poteri a base di erbe che usano per aiutare molte persone, così mi ha detto che il nome dell'uomo è Dr Wealthy che inoltrerà il suo indirizzo e-mail per contattarmi, così davvero mi ha mandato l'indirizzo email di Wealthy e l'ho contattato quel giorno fedele . mi ha spedito dopo un po 'che il mio uomo tornerà da me se solo credo nel suo lavoro, così dopo 48 ore ricevo una telefonata da Randy West, e ha iniziato a chiedere l'elemosina che avrei dovuto perdonarlo contro tutto ciò che aveva fatto per io ... mi ha implorato di spezzarmi il cuore e lasciare che l'altra donna avesse un cuore nuovo. mi promette di non lasciarmi mai andare. ora io e Randy West stiamo pianificando di sposarci il prima possibile. siamo portati indietro con il grande incantesimo d'amore potente e accecato dall'incantesimo Dottor Wealthy, siamo felici e contenti. contatta Dr Wealthy su questo indirizzo di posta elettronica wealthylovespell@gmail.com puoi anche contattarlo tramite whatsapp su +2348105150446 per la soluzione a qualsiasi tipo di problema tu abbia.

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