mercoledì 9 settembre 2015

Donne con la maschera di ferro.

La verità è che non importa quanto lui faccia, alla fine sarà sempre un uomo, e in quanto tale, ti farà girare le palle ad elica e alla fine della giornata ti sentirai anche in colpa.
E' una verità inconfutabile questa. Tanto vera, quanto la puzza nauseabonda della cacca del tuo bambino. Proprio per l'intrinseca analogia cacca/uomo (che detta così può essere offensivo, ma credetemi non lo è) anche l'ammissione da parte di alcune donne, è per sua stessa natura, come dire... difficile. Ci sono alcune donne che, nel momento stesso in cui pisciano sul test di gravidanza e questo gli dice che sì, sono incinte, stanno per ricevere il miracolo della vita, impazziscono. Davvero, un minuto prima, sono delle stronze acide come te e il minuto dopo, con il test in mano, sventolano il loro istinto materno ai quattro venti e tu, che te le figuri ancora qualche notte addietro, insieme a te nei peggiori bar di Caracas, ubriaca come una biscia, dimenarsi come una scimmia urlatrice sul pacco di un qualche sconosciuto, resti là impalata, ti guardi intorno curiosa di scorgere qualche estraneo che la tua amica stia palesemente prendendo per il culo, e poi, ti rendi conto che no, non c'è nessuno allora dici "Ehi, stai parlando con me...", ma l'hai persa, la tua amica è un esemplare di donna che al test di gravidanza indossa la maschera di ferro del: sono nata per essere madre, ormai non tornerà più. Fai prima a cancellare il suo numero dalla rubrica, non verrete frequentarvi mai più, credimi.
Ecco, questo tipo di donna è la stessa che canta della sua paradisiaca relazione. Di quanto sia sublime, destreggiarsi tra la merda del suo pargolo e i calzini sporchi del compagno. Capite bene che con donne di questa natura, è impossibile ragionare. 
Personalmente, io sono invece il tipo di donna opposto. Ogni giorno combatto con la mia tendenza a godere fin troppo della compagnia di me stessa e con l'irrinunciabile desiderio di affermare me stessa fuori dal mio matrimonio e fuori da mia figlia.
Non sono mai stata fedele all'idea di donna buona compagna e mamma campione di dolcezza e tolleranza, anzi.
Mio marito è un uomo come non ne fanno più. Così almeno mi dicono. In effetti,  è buono, attento alle mie esigenze e soprattutto cerca di rendersi utile nei campi che sente più affini: mi sostituisce a lavoro quando la gestione di Virginia lo richiede ed è, più attento di me, a riempire il frigorifero, sebbene, di norma, compri solo cazzate e birre, ma lui almeno si ferma al supermercato, io tiro dritto. E' molto diverso da me. Davvero diverso, intendo. Quando ci siamo fidanzati, ho pensato questa sarà la nostra carta vincente. Oggi dopo tre anni di matrimonio e di convivenza e una figlia, penso questa sarà la nostra carta vincente o la tomba del nostro amore. Ecco, donne come quelle di prima, non le ammettono le crepe dei loro matrimoni. Fingono lungo tutto il tragitto delle loro vite, alcune, le più fortunate, si convincono delle loro bugie, la maggioranza invece, vive nella bugia fino a quando non si ritrovano un giorno ad urlare alle spalle del loro perfetto marito le tre parole magiche: Voglio Il Divorzio, per riappropriarsi di sé e del proprio tempo, perché Seneca lo aveva detto, quanto tempo fa? Circa duemila anni fa? Ma la donna con la maschera di ferro, non poteva esimersi dal comprenderlo da sola. Io no. Io sono una che apprezza la storia e l'esperienza degli altri e se Seneca ci era arrivato duemila anni fa, allora cazzo, è vero, la conoscenza di noi stessi e il giusto utilizzo del nostro tempo, sono gli unici strumenti per la libertà. Io le crepe del matrimonio, non le evito, anzi, le ringrazio, mi tengono costantemente in guardia e mi ricordano, che mio marito è un uomo imperfetto almeno tanto quanto io sono una donna imperfetta. Mi ricordano ogni giorno, che l'ideale esiste per fortuna, solo nei romanzi, anche perché, pigra come sono sarebbe una tortura mantenere alto lo standard. Le crepe del mio matrimonio, sono importanti quanto le rughe che iniziano a farsi vedere. Alle rughe il refill lo fai con le creme anti age, alle crepe del tuo matrimonio, mandando la figlia a dormire dai nonni. Per dire. 

La stessa identica cosa per la mia maternità. Virginia è nata per la mia totale inconsapevolezza. Oggi, la consapevolezza di me stessa come donna adulta, mi fa dire senza alcun senso di colpa, che non sono nata per essere madre. A quota uno, io sento il mio istinto materno ampiamente soddisfatto. Non sento la nostalgia dei pannolini, delle pappe, dei bagnetti, dei rigurgiti (che Virgy non ha mai fatto, ma che ne so io se un altro li fa? PUZZANO amiche, PUZZANO, ditelo ad alta voce starete meglio). So anche, che mia figlia ha il diritto di avere qualcuno nel mondo che non siano i genitori. Ma questo è un dilemma di natura etica, che quando sarò costretta, affronterò.
Appena nata, l'incanto era così scintillante e poi, quando ho davvero compreso cosa significasse, non è che potessi rificcarmela in pancia anche se, ci sono quei momenti in cui bramo un minuto di silenzio, in cui penso che preferirei una vita di pancione da gravidanza con possibilità illimitata di silenzio e tempo per leggere, scrivere, voglio dire tutti oggi danno l'offerta chiamate ILLIMITATE, quando inveneteranno offerte per tempo per noi stessi? Poi però, guardo quello scintillio venir fuori dai diamanti che ha negli occhi mia figlia e mi dico, anche solo un minuto andrà bene, ma il punto è che io il mio silenzio lo voglio ancora. Non penso di adattarmi al chiasso e lo dico ad alta voce. Sono Michela Belli, sono un essere umano straripante di ambizioni, desideri e necessità e poi, sono anche moglie e madre. Sono anche. Non SONO. La differenza, è tutta lì, credo. 
Non so. Forse fanno bene, quelle con le maschere di ferro. Non so se riuscirò mai a trovare l'equilibrio giusto. Questi ultimi tre anni, sono stati un terremoto. Ho davvero fatto violenza alla mia natura e oggi, ne pago lo scotto. Sono spesso nervosa, anche se il fanculo facile, l'ho sempre avuto. Metto a dura prova la pazienza di mio marito e spesso, più spesso di quanto vorrei, penso che si meriterebbe una donna capace di amarlo con la devozione che si merita e che io non ho. Io sono devota solo alla scrittura e questo è il mio dramma.

5 commenti:

  1. Quante verità nella tua ilarità. Io decanto invece la mia imperfezione, sono una mamma e una moglie imperfetta, da quando ho Elaide la mia vita e le mie abitudini stravolte, avevo due lavori, adesso faccio la mamma h 24, non parlo con nessuno, se non i miei e mio marito e con gli amici di sempre, prima lavoravo nel pubblico, parlavo sempre e con tutti...Non riesco a smaltarmi le unghie con regolarità e nè tantomeno andare dal parrucchiere senza pensare quanto tempo possa impiegarci a mettere su i miei ricci...Odio le mamme perfette, quelle ti danno i consigli non richiesti, quelle che hanno la soluzione per tutto, quelle che si mischiano alla folla e hanno i tacchi al parco, io sono imperfetta, dimentico le cose, non so mai cosa cucinare, ma sai che ti dico...mi piaccio così!

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    1. Ho una scarpiera che se cade di scarpe col tacco che non indosso da tre anni. Non l'apro nemmeno più la scarpiera perché le lacrime di quelle scarpe bellissime mi fanno un'altra crepa al cuore 😆

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  2. le donne con la maschera di ferro non mi piacciono, preferisco le crepe, le cicatrici e i lividi che poi scompaiono ma ti lasciano comunque una lezione...così come preferisco le macchie di colore al candido ordine delle cose...questo per dirti che condivido il tuo pensiero e che questo nuovo look mi piace tantissimo! ;)

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    1. Hai visto fralagrafica che mito che è? Siamo in poche però Stefy a preferire le lezioni della vita, in molti, credono di avere le risposte giuste in internet 😔

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    2. è proprio vero!! Laura è bravissima ;) e comunque io sui tacchi non ci so camminare!

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