domenica 28 ottobre 2018

L'amore al circo.

La vita sentimentale dopo il divorzio è una giungla. Uno crede che dopo aver messo fine a un matrimonio, ad una promessa di eternità che avevi scomodato persino Dio a testimoniare, dopo aver distrutto una famiglia, dopo aver platealmente fallito nel più banale dei concetti dell’età adulta: restare fermi, tu abbia capito il segreto per affrontare la vita, tranne poi scoprire che non ci avevi capito una sega. Nemmeno a questo giro di giostra.
Ti ritrovi, quindi, a quaranta anni nel mezzo di una vita che assomiglia sempre più al momento in cui aiuti tua figlia di sei anni a fare i compiti di scuola e lei non riesce a star seduta. Un dondolio incessante con picchi di noia altissimi, seguiti da inevitabili momenti di distrazione e l’incapacità a fermarsi.
Non puoi, non vuoi star ferma, perché non vuoi, non puoi guardare al tuo dolore.
Quello che puoi fare è ingranare la marcia e lanciarti nella mischia; una mischia che vista da fuori sembra divertente e che, invece, nella maggior parte dei casi nasconde frustrazioni e confusioni peggiori di quelle che vivevi durante l’adolescenza e, in effetti, dicono che i quaranta siano i nuovi venti. Il cuore ragiona con la logica dell’adolescenza, l’ormone anche, ma il cervello è pur sempre quello di un adulto con un nemico enorme dalla sua: il tempo ed è, forse, questo il conflitto peggiore. Almeno un adolescente innamorato, ha il tempo dalla sua. Il tempo di amare, il tempo di pensare di capire per poi scoprire di non poter mettere logica al cuore, mai, nemmeno quando sarebbe auspicabile al mantenimento della tua stessa integrità. Un adolescente ha il tempo di aver paura della solitudine, noi no. Al contrario, abbiamo scoperto quanto sia preziosa la solitudine. Noi che fino a poco tempo fa, pensavamo saremmo morti di solitudine e i nostri vicini lo avrebbero scoperto dopo giorni, solo per la puzza della decomposizione del cadavere provenire dall’interno del nostro appartamento, ora, invece, siamo quelli che si sta meglio soli con le proprie idiosincrasie, piuttosto che nella posizione in cui devi convivere e tollerare i difetti di un altro, eppure siamo qui che vogliamo innamorarci, vogliamo farci male. Vero? Siamo una banda di nevrotici o cosa?

L’amore è un vizio che fa male. Se vivessimo in una civiltà più evoluta lo venderebbero in sigarette la cui confezione recherebbe il monito L’AMORE UCCIDE, invece, ci lasciano come mine vaganti nella consapevolezza che stiamo facendoci male, al freddo, fuori un bar fino all’ultimo tiro.

So che molti di voi sanno di cosa parlo. Il brutto del divorzio, della separazione, della rottura, non è l’ovvietà del mettere fine a un amore. Non c’è nulla di più morto di un amore morto. Fatto il funerale, sei in grado di ripartire. Il problema non è nemmeno il dolore che rechi ai figli, semmai è un’aggravante, ma per lo meno, verranno su con la consapevolezza di avere genitori umani ed imperfetti o questo è ciò che ci raccontiamo.
Il problema del post divorzio è mettere ordine in te, è scoprirsi incapaci di restare, perché quel divorzio, quel documento che dice “fine” al tuo matrimonio, sancisce un confine, una linea invisibile che non vuoi più, mai più valicare. È questo che ci impedisce di restare? Non lo so.
Restare è l’unità di misura dell’amore adulto e nessuno di noi, è più capace di farlo.
Ci potete riconoscere, mano in tasca, drink in una mano e piede in posa di fuga.
Siamo casi umani nel circo di paradossi.

C’è quello che lo trovi fuori un bar ed è la nota stonata. Chiaramente in un luogo alieno al suo originale progetto di vita dove regnava l’ordine e che ora, combatte l’ira nei confronti del fato, della vita, della moglie, di se stesso, per essersi concesso di arrivare fino a dove si trova oggi. Annaffia il tutto con un paio di Spritz di troppo. È un uomo che sa bene di essere solo di passaggio in questo tendone. Sa che quando avrà imparato a domare i suoi leoni, avrà perso l’interesse per il carrozzone di artisti circensi.

C’è quello che per superare l’onta dell’essere stato abbandonato, deve misurarsi con tutti. Con se stesso, con l’amico che le aggancia tutte, con la palestra, con la capacità di bere come avesse ancora venti anni. Lo guardi e sembra leggergli in volto che ogni piccola vittoria, ogni tacca aggiunta alla sua cintura, è una manifesta metafora dei ceffoni che vorrebbe dare alla ex. Ma è un pagliaccio, non perché faccia ridere, ma perché dei clown porta la medesima malinconia.

C’è il sovversivo. Diamine lui ti confonde. Lo capisco. È uno che ha attraversato il dolore. È uno che lo vedi e ti sembra vada in giro con un cartello che dice danneggiato, maneggiare con cura. Lo guardi e ne vedi i fantasmi, sai che lui ti guarda e vede le stesse, identiche cose. Due matti che girano il mondo a volto scoperto, cercando di proteggersi come possono. Quello che ha sovvertito le regole del dolore. Che si è fatto male e che sa che d’amore non si muore. Lo sa per certo. Per questo è così pericoloso. Che tu vorresti correre ad avvisare le donne nel raggio di chilometri. Scappa amica, non ti far trascinare in un turbinio che già sai vi consumerà entrambi. Ci sei già stata lì. Lo sai com’è. È un escapologo, si libererebbe anche di noi amica, e noi siamo troppo in là per queste guerre strategiche. Per questo, resta dove sei e non ti muovere. Lascialo a quelle che hanno bisogno di dimostrare quanto sono sirene.

Poi c’è quello che si trova una donna sulle ginocchia e tanto basta. Lui si commenta da sé. Prova a chiedergli il nome di quella donna.
Il sempre verde Peter Pan che ancora si crede un figo e che, invece, fa desolatamente ridere. Lo riconosci amica, non è vero? Pensa, c’è ancora qualcuna così tonta, da credere di essere in grado di cambiarlo, perché lui aspettava solo lei e il suo amore!

Maschi e femmine, quarantenni e giù di lì.
Le donne. In quello stesso tendone da circo, ci siamo anche noi, travestite da teenager solo con i muscoli che si arrendono alla forza di gravità. L’ultima volta che eravamo andate a in discoteca c’erano i roboanti anni 90 con la loro musica commerciale, ora si balla la Trap e fingiamo di sapere di cosa si stia parlando. Ma che fatica, bimba! Come se dover vendere la parte giusta di noi, ogni giorno, al lavoro e nel mondo, non fosse già troppo.
Per noi, la storia è diversa. Lo sappiamo. La sottile linea tra il si vuole divertire e il è una mignotta, la conosciamo tutte. Non è vero? La solita vecchia solfa del se l’è voluto lei a prescindere.
Prima paga pegno perché hai la vagina, poi se ne riparla. Forse. Per noi, anche il tendone da circo è un posto difficile.

Tra di noi puoi trovare quella che ho fatto la moglie, ho fatto la mamma, ora tocca a me, qualcuno dovrebbe dirle che non toccherà mai a lei fino a quando non si concederà di conoscersi e che quel Campari finge solo di esserle amico.

C’è quella che mentre ti parla, è in posizione radar. Ho quaranta anni e circa duecento uova ancora attive. Amica, fanne una frittata. Ascolta il mio consiglio.

C’è quella che gioca a fare Desdemona e, in qualche modo, trova sempre un coglione, pronto a fare Otello.

Quelle che quaranta anni e un giorno, ma ancora al cesso insieme.

E, in fine, quella che combatte con tutte le sue forze, non il tempo che le rimane per procreare, quanto il tempo per trovare marito. Un continuo giro di mosca cieca per accaparrarsi un uomo che la faccia sentire meno sola.
Lei non lo sa, ma la solitudine, è una condizione della nostra mente.
Sono stata sola la maggior parte della mia vita e i momenti durante i quali mi sono sentita più sola sono stati, sempre, quelli in cui ero in coppia perché, cosa c’è di più triste del condividere lo spazio fisico della tua vita con un essere umano col quale non condividi l’unico spazio reale, quello mentale? È per questo che io nel mio spazio mentale non faccio entrare nessuno. O quasi. Ci provo almeno, anche se di tanto in tanto, qualcuno è in grado di insinuarsi nella mia mente, di norma lì iniziano i casini, amici. Una volta l’ho aperto ad una donna. Ho pensato che sarei stata al sicuro con lei perché, appunto, era donna e insieme avremmo indossato le nostre lenti da donna e avremmo guardato al mondo mano nella mano e, invece, ha pensato bene di pugnalarmi dritta al cuore. Quindi, ho creato un post it gigante e l’ho appeso alla porta del mio cervello, appena dietro la sezione sogni e progetti, tra la voglia di scrivere e l’incapacità di farlo, recita NON FARLI ENTRARE, a caratteri cubitali. Fino a quando non comprenderò che il mio unico limite sono io, fino a che non capirò cosa fare di me stessa e della mia incapacità di fermare gli altri quando mi feriscono, fino a quando non smetterò di fornire a tutti le armi giuste per mettermi al tappeto, io quello spazio, lo terrò chiuso a doppia mandata. Questo non mi impedisce di innamorarmi. Ma mi impedisce di implodere ogni volta che mi innamoro. Perché se è vero che il mio cuore è indistruttibile, il mio cervello, invece, è la cosa più fragile che ho e devo difenderla.

Da qualche parte nel web, ho letto che il segreto per stare con qualcuno è mantenere lo stesso passo, non guardare nella stessa direzione, non rincorrersi, non mirare al medesimo traguardo. A giudicare dai like, in molti erano della stessa opinione. Non io, o meglio, non credo sia la visione che una donna divorziata, con una figlia e un cane all’attivo, possa mantenere sull’amore. Nella fase della vita in cui mi trovo io e nella quale siamo in molti, neppure mantenere lo stesso passo basta a trattenerci. Il percorso può anche vederci affiancarci, ma alla fine, inevitabilmente il mio passo o forse il suo, più spesso il mio, si fa più veloce o forse più lento (c’è poi una reale differenza tra gli opposti)? E sono convinta che, se non è mantenere lo sguardo nella stessa direzione e se non basta la condivisione di un’emozione (quest’ultima di certo no), allora è ancora la meta, l’unica cosa che conta. Il problema della meta è che, di solito, lì c’è un premio individuale, non di squadra, ad aspettarci.
Ecco, io della mia meta so molto poco, ancora. Non so se, ad esempio, sia una meta che ha necessariamente bisogno di una metà. Sono una che è abituata a viaggiare sola e leggera, allora forse, sono destinata a raggiungere da sola il traguardo e lì, forse, stringere la mano ad un altro corridore solitario come me, quando sarò grigia e vecchia. O magari, ci arriverò stringendo la mano che si posa attualmente sulla mia. So però che quel giorno avrò superato il mio stesso limite, avrò saputo sublimare la mia indipendenza e il mio bisogno di solitudine in valori aggiunti e avrò insegnato a me stessa e, quindi, a Virginia, che bastarsi è il più grande atto di amore possibile e insieme cammineremo, mano nella mano, mirando ad un altro traguardo, condivideremo la medesima emozione, partendo dallo stesso punto. Non ci rincorreremo, non ci aspetteremo, ma avremo lo stesso passo.

4 commenti:

  1. Cara Michela Belli, sono giorni che penso a questo post, alle emozioni che, come tutti gli altri, ha saputo generare nella mia insana mente. Facile sarebbe dire:"Boia de, ma come fa a conoscermi cosi a fondo". Poi,lo rileggi una seconda volta, e pensi: "perché proprio io, perché dovrei essere io quello che vuole descrivere?". Poi capisci che, come me, anche tu non vuoi, non puoi restare sola e questo ti consola, ti da speranza, ti riscalda il cuore, perché l'amore UCCIDE, ma non puoi morire se non sei vivo. L'amore é si andare per la stessa strada, ma anche prendere direzioni opposte, volutamente, per restare noi stessi e dimostrarci quanto sia difficile stare senza lui. Anche io "Ho creato un post it gigante e l’ho appeso alla porta del mio cervello" e recita: "NON FARLI ENTRARE, MA NON LASCIARLI FUORI"

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  2. E allora tocca trovare un posto dentro te nel quale ti senti comodo/a dove lasciarli entrare. Il mio posto è la scrittura. Di norma, se entri lì sei già dappertutto dentro di me.

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  3. Non credo mai che ci sarà mai una soluzione al mio problema relazionale con il mio amante. il mio amante chiamato Randy West mi ha buttato fuori da casa sua e ha portato un'altra signora che ora sente l'unico migliore per lui. fino a quando un giorno ricevo una telefonata da un amico della città che il mio uomo esce per un appuntamento con un'altra donna in città, le ho detto che anch'io sono sorpresa, perché da quando Randy West mi ha lasciato a sentire non penso e non chiamano me. così dopo alcuni giorni la mia amica chiamata Alice mi ha chiamato e mi ha detto che ha trovato un uomo molto potente, ed è un grande erborista africano, davvero tutti sappiamo che gli africani sono benedetti con così tanti poteri a base di erbe che usano per aiutare molte persone, così mi ha detto che il nome dell'uomo è Dr Wealthy che inoltrerà il suo indirizzo e-mail per contattarmi, così davvero mi ha mandato l'indirizzo email di Wealthy e l'ho contattato quel giorno fedele . mi ha spedito dopo un po 'che il mio uomo tornerà da me se solo credo nel suo lavoro, così dopo 48 ore ricevo una telefonata da Randy West, e ha iniziato a chiedere l'elemosina che avrei dovuto perdonarlo contro tutto ciò che aveva fatto per io ... mi ha implorato di spezzarmi il cuore e lasciare che l'altra donna avesse un cuore nuovo. mi promette di non lasciarmi mai andare. ora io e Randy West stiamo pianificando di sposarci il prima possibile. siamo portati indietro con il grande incantesimo d'amore potente e accecato dall'incantesimo Dottor Wealthy, siamo felici e contenti. contatta Dr Wealthy su questo indirizzo di posta elettronica wealthylovespell@gmail.com puoi anche contattarlo tramite whatsapp su +2348105150446 per la soluzione a qualsiasi tipo di problema tu abbia.

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  4. ciao, è difficile vedere il tuo vero amore prendere una direzione diversa, ciao a tutti mi chiamo maria luke sono sposata da 20 anni e un giorno mio marito mi ha detto che non poteva continuare il nostro matrimonio perché aveva visto decidere un'altra donna a chiedere aiuto e a trovare qualcuno con la mia storia simile online, come è stato ripristinato il suo matrimonio e sento che questo cambierà la mia storia, vivo felicemente con mio marito, proprio come quando ci sposiamo, rafforziamo il nostro amore reciproco e anche io scopri che mio marito ha avuto un'influenza negativa, sono molto grato a questa persona per l'aiuto, se hai bisogno di supporto., Whatsapp +23490) 6157) 0504)

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