sabato 2 maggio 2020

Se la dea Kali fosse vissuta nel 2020

Ho quest’amica che è bellissima. Lei lo sa, non è di quelle che se ne va in giro senza la minima idea del fascino magnetico che ha sulle persone. In fondo, se lo sente dire da una vita e, nei corsi e ricorsi della sua esistenza, alla fine, deve esserle entrato in testa.
Non è la tipica bellezza, per questo è bellissima.
La sua statura, è la parabola della sua vita. Giuro.
È alta, ma non troppo, quindi, come il nero, sta bene su tutto.
Accade anche che sia molto intelligente. Ha un cervello allegro, che non cede alla noia. Ama leggere, ama imparare e ama ridere.
Ha una conoscenza enciclopedica della musica e, ogni giorno, mi invia svariate dediche musicali su whatsapp. Robe serie. Pezzi da intenditori. Prove provate della profondità della sua anima. Di quelle dediche che ti fanno sentire che dall’altra parte del telefono c’è un essere umano che ha davvero capito TU chi sei. Di quelle dediche, che non sarebbe bello se, invece di lei, te le facesse un uomo? Eh, lo so che lo pensate. Io no. Io sono proprio felice, che me le faccia lei e non un uomo. Questo, è un passo che sono fiera di aver compiuto.
Le piace il cinema d’autore.
Le piace la birra.
Le piace il vino.
È un’estimatrice di gin.
Ama la moda. Non la segue, di norma la fa.
È dolce, è buona, ama la natura, ama l’arte ed infatti, fa l’artista, ma non solo.
Insomma, una che la metti su meetic e dopo un’ora è già piena appuntamenti.
Non sto esagerando è proprio così, eppure, è single. Ti ci rivedi?
Questo, di per sé, non è un problema. Essere single è una condizione transitoria nella vita di un essere umano. Quando invece non lo è, nasce l’esigenza di domandarsi perché. Se lo domandano tutti e, se vi dicono che non lo fanno, stanno mentendo. Alcuni, dicono che sono single per scelta. La questione “scelta” è un po’ delicata. Ve la butto giù semplice: puoi scegliere di rimanere single fintanto che incontri persone che non ti prendono il cuore. Dopo, non è una scelta. Se, quindi, incontri uno/a che ti piace da morire e la persona in questione non corrisponde, oppure, è già impegnata, allora non è una scelta. Almeno, non tua. Quindi, la cosa della scelta non regge. Nessun uomo è un’isola e, mai come durante questa assurda realtà parallela che stiamo vivendo, credo che ci si possa dire tutti d’accordo.
Quello, che della mia amica mi spaventa e mi ferisce, è la cognizione che ha di sé stessa.
La stessa orribile, limitatissima e alquanto condizionata idea, che ho avuto, a lungo, io di me stessa.
La medesima, forse, che hai tu di te.
L’idea che abbiamo un po’ tutte di noi stesse. Il confine è, come sempre, sulla consapevolezza. Alcune di noi ne hanno preso coscienza, altre no.
L’altra notte, la mia amica, mi ha inviato un messaggio nel quale diceva di aver capito di non essere capace di amare. Ha usato proprio questo termine e, mi ha colpita. Ha detto di avere la certezza, di non essere fedele nemmeno a sé stessa, tanto che, ormai, è semplice per lei, intuire che tipo di donna esista nell'ideale del maschio che frequenta e trasformarsi in lei. Fino a quando poi, inesorabilmente, la sua vera natura riemerge. Ha detto di sentirsi la dea Kali (per chi non la conoscesse googlate pure. Spoiler: è la stronza di turno, pura energia distruttiva sposa di Siva (si legge Shiva ndr). Per la serie, puoi anche essere dea, ma sempre e comunque sposa di qualcuno).
Chiudeva il messaggio chiedendomi è così orribile?
L’ho letto svariate volte prima di rispondere. Non perché non sapessi cosa dirle, ma perché la risposta racchiudeva in sé tante altre risposte che, come i cerchi nell’acqua, sono riaffiorati nella mia mente.
Primo tra tutti. Conoscete Siva? Se non lo conoscete, vi dico solo quattro parole: DIO DEI CINQUE ELEMENTI, poi sì, è collerico e come molti uomini può apparire un po’ confuso. Egli, infatti, è forza distruttiva e rigenerativa, asceta perfetto e sensuale tentatore e così via. Ora, ciò detto, c’è qualche uomo di vostra conoscenza che si chiederebbe mai: mi sento un moderno Siva che porta distruzione nella vita della sua Kali? Non disturbatevi a rispondere.
Partendo da questa, che è una battuta, (per i pochi maschietti che ci leggono) ma non troppo, perché ci racconta un po’ delle gigantesche differenze, che corrono tra la nostra forma mentale e la loro, sono andata oltre.

Ho pensato a me stessa, ovviamente, essendo un casino da record in fatto di legami sentimentali. Ho pensato alle mie amiche felicemente sposate, a quelle fidanzate. Ho pensato a quelle che sono finite in relazioni viziate con uomini sposati e, a quelle sposate, che finiscono a letto con uomini single. Ho pensato a mia nonna, come ogni volta, che rifletto sulla mia vita. Mia nonna, era una donna dannatamente moderna, che ha creato mia madre, sulla quale, potrei scrivere per giorni; ho pensato a mia nipote in piena adolescenza, alla nipotina che sta entrando in maniera più che turbolenta nella preadolescenza e a V, a quello che vorrei loro pensassero di sé stesse.
Poi, ho pensato a tutte le donne straordinarie che conosco e, a quelle meravigliose, che devo ancora incontrare. A quanto sia dannatamente stressante, essere la dea Kali in questa giungla amorosa del 2020.

Ecco, a tutte, vorrei dire questo.

Ti voglio bene, per favore prendi le mie parole con la consapevolezza di quel bene.
Personalmente non credo nella capacità e nell’incapacità di amare.
Credo nelle scelte, che possono essere agite o passive.
La prima scelta, che ti auguro di compiere al più presto è: amare te stessa.
Non semplicemente l’immagine di te che rifletti allo specchio e nel mondo. Quella è importante, perché può aiutarti ad avere più fiducia in te stessa, in questo mondo sottosopra, ma non dimenticare, che sei molto più di questo.
Amati. Purtroppo, non basta dirlo. Serve, invece, agirlo.
Serve, piuttosto, ripeterlo a sé stesse come un mantra.
Serve ricordarselo, quando un cretino/a qualunque ti fa la corte e tu (e quel tu non sei solo TU), invece di ricordare ad entrambi chi sei, ti lasci abbindolare il cuore. Ancora.
Serve esercitarsi, in piedi davanti allo specchio. Guardati e sussurra alla tua immagine le due parole che vuoi sentire dire “Ti amo”.
Quando portavo V a fare shopping da piccina, lei provava tutti i vestiti e, facendo una pirouette allo specchio, si diceva SO’ BE LLI SSI MAAAA. Ecco, quello è l’entusiasmo giusto.
Serve sedersi nel silenzio e domandarsi: chi sono?
Sono una donna, una madre, una figlia, una nipote. Sono una zingara, una che non conosce quiete. Sono una moglie, una fidanzata. Sono una scrittrice, una tatuatrice, una dirigente, una studentessa, un’insegnante, una pittrice, una barista, un’estetista, una cuoca. Sono un’amica. Sono una che a cui piace fare sesso, sono una alla quale non interessa il sesso. Sono una a cui piacciono le donne, una a cui piacciono gli uomini. Prenditi tutta la libertà del mondo per conoscerti. Le risposte sono solo nel tuo cuore e devi essere disposta a guardare dentro te per un bel po’. A volte, arrivano dopo anni, ma arrivano sempre.
Solo quando avrai amato te stessa, ti potrà essere facile amare l’altro. Diverso da te.
E, quando lo farai, ricorda lo stesso esercizio: chi è questa persona che mi sta di fronte?
Cosa mi ha fatta innamorare? Cosa mi allontana? E non dimenticare, che entrambi state vivendo ed entrambi, dovete compiere scelte. Ogni giorno.
Concedi a te stessa il lusso del tempo di amare e di provare. Accetta che la perfezione non esiste: é una storiella che ci raccontiamo, solo per poterci poi lamentare con noi stesse, di non avere avuto fortuna. Neppure questa volta.

Guardala questa vita che cerca di sfuggirti via e saltale al collo.
Siamo donne, siamo lupi e siamo meravigliose.
M.

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