martedì 28 luglio 2015

30 anni e due rughe

Stamattina è accaduto l'inevitabile.
Chiaro, lo sapevo, che presto o tardi, sarebbe accaduto anche a me, ma mi cullavo nella beata ignoranza di quelle donne che, sanno per esempio, di essere incinte e di dover in un lasso di tempo mai abbastanza lungo, andare incontro al più forte dolore che sentiranno mai nella loro vita, ma lo fanno comunque perché, appunto, non lo sanno.
Ho ragionato un po' come fanno gli epicurei, avete presente, quei geni incompresi per i quali la morte non era poi un gran problema, giacché quando c'è lei noi non ci siamo e quando invece ci siamo noi lei non c'è. Già, proprio così. Salvo poi pensare che:
A) non è affatto detto che si muoia nel sonno arrivando così al giusto dualismo presenza/assenza, al contrario possiamo anche andare incontro ad una morte efferata e forse sì rapida, ma può anche capitarci una lenta morte in agonia. Che culo! Epicuro, questa non l'avevi contemplata, vero?
B) Noi possiamo anche non esserci, ma qualcuno dietro lo lasciamo sempre e quel qualcuno col cazzo che si consola con le stronzate epicuree, quindi no, se lo chiedete a me, Epicuro era un gran coglione.
Ecco, più o meno allo stesso modo, si è smantellata la mia intera visione pseudo epicurea delle due rughe che ho ritrovato questa mattina accanto alla mia bocca e, conseguentemente, dii tutto il mio corpo da trentenne madre.
Più o meno è andata così, mi sono svegliata di buon ora come sempre, (tanto ormai lo sapete tutti, Virginia, mia figlia, ha deciso che non solo si dorme con mamma e papà, ma lo si fa in diagonale occupando così lo stesso spazio di un uomo obeso di circa 120 kg e lasciando mamma e papà ai margini del letto, proprio lì dove ci sono i cordini del materasso, avete presente? Sì, proprio lì, per terra, in pratica) ho messo su il caffè (donna saggia, prepara la moka la sera perché lo sa che al mattino non può farcela) e sono andata al bagno a fare pipì. Si può dire pipì? Mentre mi lavavo le mani, ho aperto per la prima volta gli occhi, e l'ho vista. La prima infame delle due. Lì per lì, non ci ho fatto gran caso. Ho pensato, sarà il segno del cuscino, anzi del righino del materasso, a me un cuscino non è più dato averlo di notte. Ma sapete quando una brutta sensazione si fa largo dentro le vostre coscienze? Come quando chiamate qualcuno al cellulare e quello non risponde. Controlli subito il suo facebook per vedere se è ancora vivo, poi dai un'occhiata anche whatsapp per vedere se è online, ma nulla. Allora ti monta su l'ansia, no? Dove si sarà sfracellato quel qualcuno? In quale ospedale è stato ricoverato di urgenza? Ecco, proprio quel sentimento infido di totale disillusione e sconforto mi ha rovinato il primo caffè della giornata. E come sarebbe potuta migliorare allora la giornata? Infatti, non lo ha fatto. Al contrario, ho scoperto che quelli non erano segni del cuscino e da lì in poi, un declino peggio della caduta dell'Impero Romano d'Occidente (che quello d'Oriente chi se lo è mai cagato, diciamo la verità).
La cosa peggiore è che mia madre me lo ha sempre detto.
Sei nata con una buona pelle, ma non basta e mi ha sempre riempita di creme e cremine. Alcune madri regalano alle figlie ricettari ed elettrodomestici, altre creme antirughe. E' la vita. Che poi non fraintendiamo eh, io non avrei cosa farmene di un ricettario, ma la prima volta che mia madre mi ha regalato una crema antirughe, ho pensato a quale messaggio subliminale volesse passarmi. Mi sono venute solo due opzioni:
A) Ti sei notevolmente incessita
B) Vedi di curarti di più o tuo marito se ne trova un'altra.
La seconda, la scarto di sicuro, mia madre è così femminista che non avrebbe mai autorizzato il suo cervello a pensare un'opzione così piccina. La prima però, non lo so, mi lascia qualche dubbio. E' che io non ho mai avuto (e ne sono molto lieta) la tipica mamma che la figlia è la personalizzazione sulla terra della Venere di Botticelli, no. Da ragazzina, anche io, come ogni adolescente che si rispetti, mi sentivo un mostro e come tutte cercavo conforto in mia madre, le chiedevo: "mamma, ma io sono bella?" e lei, sguardo serio come sempre, "dipende da cosa intendi per bella" e io con l'ormone impazzito che volevo solo sentirmi dire sei la più bella del mondo chiedevo, "ma perché, scusa quanti modi esistono per essere belli?" e allora lei mi tirava la filippica filosofica dell'affascinante contro il bello, che in fin dei conti, meglio essere affascinanti, perché il bello si sciupa. Coraggio, ve lo siete sentito dire anche voi, lo so. Io invece, tutto quello che pensavo era sticazzi! Hihihi, intanto ora, a trentatré anni ho una figlia mia e sto sempre ben attenta a non dirle solo e sempre quanto sia bella, perché non voglio che cresca con l'idea che BELLO=TUTTO. A dimostrazione di quanto siamo le madri che abbiamo avuto. Love you, mummy.
A parte gli scherzi, amiche i trent'anni sono uno schifo! Diciamolo, soprattutto quando a trentaré poi, realizzi di aver sprecato gli ultimi momenti di gran fioritura in attività tipo, non so, metter al mondo un altro essere umano e svezzarlo!
Stamattina ho avuto una rivelazione, giuro. Per la prima ho guardato nello specchio e al posto del mio carinissimo riflesso di sempre, ho visto una vecchia di merda! Et voilà, l'ho detto.
A parte le due odiose rughe, ma poi gli occhi. Oddio, gli occhi! Li ho sempre considerati un mio punto forte. Giusta dimensione e luccichio del fascino di cui parlava mamma e ora?
Due spaventose occhiaie già dal primo mattino, così per rendere noto al mondo,che nemmeno stanotte si è dormito e non per giusta causa. E poi non c'è più luce qui dentro. Tutto bulo, come dice Virginia. Buio.
I capelli. Ok, qui è anche un po' colpa mia. Ovviamente in gravidanza gli ormoni impazziti ti donano questa capigliatura perfetta tipo extension da 100 euro a ciocca, cangianti e corposi e tu te la godi perché ehi, sarai pure una vacca con 30 kg in più, ma avete visto i miei capelli? Poi partorisci, i 30 kg vanno via più o meno veloci lasciando dietro di loro un deserto di ciccia moscia che si riversa ai bordi del tuo corpo e tu pensi: in questo mare di adipe che mi è rimasto al posto dell'addome, appena ritrovo l'ombelico, ci rificco dentro il piercing, poi lo trovi l'ombelico e vorresti non averlo mai fatto e quindi saluti il piercing, che ti arriva come una rinuncia niente male, già dopo aver detto addio a tabacco e alcool per nove lunghi mesi e un po' ti girano le balle, ma in qualche modo lo fai, perché sei madre e la biologia sovrasta l'ego e poi ti dici, ho i miei bei capellia farmi compagnia, solo che NO, non ce li hai perché man mano che allatti i capelli cadono e resti pure stempiata!
Le gioie della maternità, poi se ne riparla se vi va, a me no.
Quindi, dicevo, i capelli, a un certo punto devastata dalla stempiatura e stanca di raccogliere capelli in ogni dove mi sono detta, cambio look. Mi è venuta così la geniale idea di tagliare i capelli e rasarmi il lato sinistro del cranio, poi per completare l'opera, visto che l'allattamento mi aveva ammosciato il riccio, mi sono detta perché non fare una permanente afro? E amiche care, l'ho fatto. Ho avuto un'estate da leone e un inverno da...
Ancora pago la ricrescita di quella rasatura conla lunghezza scema e costante appena sopra l'orecchio, la permanente è rimasta solo alle punte, quindi, fidatevi quando vi dico, NON FATELOOOOOOOOOO!
Ahia, i trenta! Un culo la mattina, tutt'altro culo la sera e qui amiche entriamo nell'annosa questione come ci si veste ora la sera, quando riesci a sfilarti i pantaloni da yoga per andare a mangiare una pizza in un ristorante che sia baby friendly ? Appena tre anni ed una gravidanza fa, avrei preso un jeans, dei tacchi (che ora non oso nemmeno indossare) una camicia e via, ma ora col sedere della sera che se ne scende un paio di cm dal mattino, ora come faccio? Grazie a Dio, per una volta la moda mi viene incontro, siamo nell'era di jeans larghi e maglie extra large, ma quelle che erano trentenni con prole al seguito, qualche anno fa? Quelle come hanno fatto? E non mi si risponda palestra, perché ho già detto che quella parola non si contempla da queste parti.
Forse se avessi compiuto 30 anni senza figlia e avessi scoperto a 33 anni queste due rughette (posto che forse non mi sarebbero neppure venute senza figlia, almeno non a 33 anni perché sarei stata meno stanca, meno nervosa e stressata e con tanto tempo in più per me), avrei reagito alla scoperta con una risata sarcastica e poi mi sarei accesa una Marlboro light, avrei drammatizzato molto meno, forse. Ma a quanti sorrisi, sguardi di amore e a quante risate con la mia amata Virginia avrei dovuto rinunciare? E allora, forse queste due rughe non sono poi così male, forse marcano il tempo che impiego nel conoscere te, adorata creatura.

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